L'Alimentazione Sentimentale : *Zafferano* di Elisabetta Polo

lunedì 3 marzo 2014

Zafferano di Elisabetta Polo

Vado a trovare mia sorella.

Non ci vediamo da mesi. Telefonate poche e scarne.

Qualche vecchia incomprensione. Pesano troppi non detti.

Entrando, mi accoglie un profumo di zafferano burroso. Risotto con gli ossibuchi. Il piatto forte di nostra madre, ai tempi.

Ecco.

Ora so che possiamo di nuovo abbandonarci a questo tempo insieme,
anche senza dire.

In quiete.

Laboratorio 2012

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Questo blog

Questo blog è parte di un progetto cominciato alla Biblioteca Venezia di Milano nel 2012 con i Laboratori di Scrittura intitolati appunto L'Alimentazione Sentimentale.

L'ispirazione nasce dalla lettura di un brano de Il sergente nella neve di Mario Rigoni Stern.

Abbiamo scoperto che nell'atto alimentare con tutti i suoi annessi e connessi (scelta, preparazione, cottura, condivisione...) si nasconde molta poesia. È quella poesia quotidiana, elusiva e schiva che pure sta sempre in agguato nelle nostre vite.

Quando un evento apparentemente straordinario ci ricorda la non appariscente straordinarietà della vita, ci troviamo a cogliere il senso di questa poesia. La sfida è saper vedere e creare poesia nella apparente normalità degli atti quotidiani,nonostante l'abbondanza di cibo, nonostante la certezza della sopravvivenza, nonostante l'apparente ovvietà legata a questa abbondanza.

Siamo alla ricerca di esempi e momenti di sincronia tra nutrimento materiale e nutrimento degli affetti, dei sensi e dello spirito.

Li cerchiamo nella letteratura, nelle arti, nei segni lasciati da altri. Ne ricaviamo ispirazione per trovare e creare poesia nell'esperienza del presente, attraverso la nostra scrittura e i nostri segni. Congetturiamo anche epifanie future, sincronie non ancora avvenute che rendiamo possibili grazie alla la nostra immaginazione.

L'idea nasce dalla lettura di un brano di Mario Rigoni Stern tratto da Il sergente nella neve. È un episodio cruciale in cui l'autore si trova a mangiare attorno allo stesso tavolo con i nemici russi contro i quali sparava a vista fino a pochi secondi prima. Per pochi minuti, nel gelo della steppa russa, le armi vengono posate e ogni soldato si sente un essere umano. Per pochi minuti ognuno riconosce tacitamente, improvvisando una parte non scritta nel copione degli eserciti, che la fame è più importante della guerra.

Leggetelo, perché tutto questo progetto nasce da lì. È il primo post di questo blog.

Il secondo nume tutelare è Marcel Proust la cui lunghissimaRicerca del Tempo Perduto nasce dall'improvviso e inaspettato re-incontro con un biscotto immerso nel tè, legato a ricordi d'infanzia: un odore, un colore, un sapore che riportano alla vita un mondo intero sepolto dentro di lui. Ma questo mondo, come scrive Proust, non è in lui: è lui stesso.

Ciò che infatti ricordiamo (col cor, cuore) possiamo scordarlo. Ciò che rammentiamo (con la mente) possiamo dimenticarlo. Ma cioè che rimembriamo (con il corpo intero) non possiamosmembrarlo senza smembrare noi stessi. Noi non abbiamomemoria ma siamo fatti di memoria, siamo fatti di tutte le esperienze che abbiamo fatto. Anche, e soprattutto, di quelle che abbiamo dimenticato e scordato e che sono ancora nel nostro corpo a nostra insaputa.

L'episodio di Proust è il secondo post di questo blog.

Il titolo del progetto si ispira al romanzo di formazione di Gustave Flaubert: L'Educazione Sentimentale.